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2008 - Cesare Perduto nella Pioggia

Il progetto in occasione del centenario della nascita di Cesare Pavese si è svolto in due fasi: nella prima abbiamo lavorato sulle letture teatrali di alcuni racconti e brani estrapolati da romanzi dell'autore presentati in conclusione della mostra del Piccolo Teatro di Milano tenutasi in Villa Scaccabarozzi a Velate. La seconda fase è stato il saggio dell'11 Giugno in cui abbiamo rappresentato alcuni "dialoghi di Leucò" in uno spettacolo itinerante.


PROGRAMMA dell'11 Giugno 2008

Prologo in piazza su palco
“ LA PUCCI”
Paola Ardu (danza) coreografia di Laura Fiora su musica “ Fox della luna” 

Tra le povere scene di carta”
Poesia proposta da  Aldo Crapelli

Frasi tratte da: “Il mestiere di vivere”

Il pubblico si divide per colore
1°   Si parva licet *   (parlano Adamo ed Eva)
con  Manuela Pennati e Daniele Mandelli

2°  L’Isola    (parlano Calipso e Odisseo)
con  Aggelina Alevromageirou   e Aldo Crapelli

3°  Il mistero     (parlano Demetra e Dionisio)
con  Alessia Sala e Alessandro Mottadelli

4°  Schiuma d’onda    (parlano Saffo e  Britomarti)
con  Monica Ventura e Veronica D’Antonio

Epilogo in piazza su palco  “LA MORTE”
Paola Ardu (danza)  Coreografia di Laura Fiora – musica di C. Debussy “La mer”
 
Siamo all’ultima meta di questo nostro viaggiare nell’universo “Pavese”, abbiamo studiato, letto, teatralizzato, approfondito, spettegolato,  ballato.  Qualcuno di noi è partito anche poco convinto dell’itinerario scelto ma la strada piano, piano, ha aperto paesaggi affascinanti e il viaggio ci ha “preso” nei suoi tortuosi sentieri e ci ha condotti qui, puntuali per l’ultimo atto.
Allora accompagnateci in questo ultimo tratto tra i miti” Pavesiani” dove Saffo non si da pace per aver trovato l’immortalità dopo essersi buttata dalla rupe dove Adamo ed Eva si confrontano con quotidiane nevrosi del rapporto di coppia dove Calipso, ninfa splendida, non riesce a trattenere Ulisse con se per sempre dove due dei: Demetra e Dionisio, avvolti nella ovattata noia dell’Olimpo,  si meravigliano delle capacità umane e decidono di donare loro un po’ d’immortalità.
Un grazie a tutti i miei corsisti, a quelli che ci sono, a quelli che ci sono stati e a quelli che verranno,  per permettermi di fare teatro così.
Miriam Alda Rovelli
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